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A tu per tu con gli acciai più avanzati:
Fida G. in visita alla Voestalpine

La nostra filosofia e le nostre esigenze produttive ci spingono a rifornirci solamente di acciai ad alta componente tecnologica, che andiamo a conoscere a fondo dai grandi produttori europei come Voestalpine.
A luglio di quest’anno, gran parte del team di Fida G. si è recato in visita al Gruppo Voestalpine https://www.voestalpine.com, nella sede di Lienz, in Austria, dove l’acciaio viene creato e trasformato.
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Un’occasione molto importante, che ha portato tutti i collaboratori a conoscere da vicino la materia prima direttamente da uno dei principali fornitori globali, e di entrare in contatto con questo prezioso e duttile materiale.

È proprio grazie a questo tipo di attività che in Fida G. favoriamo e organizziamo l’apprendimento di conoscenze e processi produttivi fondamentali, con l’obiettivo di migliorare costantemente le nostre lavorazioni.
Siamo dunque lieti di condividere con i nostri lettori e i nostri Clienti alcune nozioni utili sui passaggi necessari per creare l’acciaio così come lo conosciamo.

Come si produce l’acciaio

L’acciaio è una lega composta da ferro e carbonio in percentuale non superiore al 1,7% e da altri componenti, in percentuali nettamente inferiori.
Il ferro, alla base della produzione dell’acciaio, è uno dei metalli più diffusi, ma è difficile da lavorare poiché la sua temperatura di fusione è molto alta (1540 °C).

Per produrre l’acciaio, quindi, prima di tutto è necessario estrarre il ferro dai minerali che lo contengono (come l’ematite: Fe2O3 ). Non a caso, le grandi acciaierie come la Voestalpine, sorgono tutte in prossimità di fiumi, in modo che l’approvvigionamento di materie prime possa avvenire più agevolmente.

Il funzionamento di un altoforno

L’estrazione del ferro avviene all’interno di un altoforno con temperature intorno ai 2000 °C. L’altoforno è un impianto fondamentale nell’industria siderurgica: si tratta di un forno di dimensioni notevoli, composto da due tronchi di cono uniti da diversi elementi. Dalla bocca, dove viene immesso il materiale, al crogiolo, dove si raccoglie la ghisa, le temperature sono altissime. Le pareti dell’altoforno sono realizzate in materiale refrattario, mentre la struttura interna del crogiolo è in grafite. Inoltre, una volta acceso, l’altoforno non viene mai spento e rimane in funzione anche fino a 7 anni, finché non si usura e deve essere smantellato.

Nella parte alta della fornace vengono introdotti minerali di ferro, carbonio sotto forma di coke e calcare. Nella parte inferiore c’è una corrente di aria calda: il coke reagisce con l’ossigeno dell’aria producendo monossido di carbonio, che riduce il minerale di ferro, che viene fuso.

Nella maggior parte dei casi, l’acciaio si ricava dall’affinamento della ghisa liquida, prodotta negli altoforni, partendo da minerali ferrosi, coke e calcare.

L’acciaio prodotto è in forma liquida. Per solidificarlo viene prelevato dal convertitore e colato in forme per farne dei lingotti o per ottenere semilavorati.

In seguito, i lingotti vengono laminati, cioè trasformati nella forma e nello spessore desiderati. L’acciaio viene, in sostanza, riscaldato per renderlo malleabile e successivamente fatto passare in mezzo a rulli che lo assottigliano fino a dargli la forma desiderata.

La visita, molto formativa, è proseguita all’interno del Voestalpine Stahlwelt, un vero e proprio museo dell’acciaieria, dove è possibile conoscere la storia, i prodotti e i trionfi dell’acciaio fino ad arrivare alle future applicazioni in vari campi.

Copyright immagini: voestalpine AG, source: voestalpine.com

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